Siamo nella mente di Robert Louis Stevenson, immersi in uno scenario variopinto e affollato di ricordi e immagini. È così che questo personaggio indisciplinato e curioso si racconta, attraverso un viaggio immaginario e fisico, rievocando aneddoti della sua fragile infanzia, tra capricci e malattia, condividendo la sua fiera lotta per inseguire il sogno della letteratura, contro i voleri della famiglia, e assumendo le sembianze dei personaggi fatti di carta e parole, che prendono vita tra le pagine dei suoi romanzi, che si sdoppiano e dialogano con la sua anima divisa. In scena, su una vela, scorrono le immagini in movimento di un bozzetto in continua evoluzione, proiettato nel suo farsi, nella sua incessante trasformazione: è il volto di Stevenson che muta, cambia forma, assume le fattezze delle figure in cui si imbatte durante il suo viaggio immaginario. A questi disegni – come quelli che l’autore si divertiva a fare da bambino – si accompagnano stralci della sua vita e le pagine di alcune delle sue opere più importanti, a scandire i capitoli di questo avventuroso racconto: dall’incontro folgorante con il pirata Long John Silver, passando per le profondità del silenzio, immergendosi sotto la superficie dell’acqua, fino al viaggio con l’asino Modestine e alla chiacchierata col diavolo.